I dati sono al centro dei processi di transizione digitale. Ottenendo “insights” sui dati da dispositivi di privati, Pubblica Amministrazione o altre fonti di dati, le città sono in grado di ottimizzare il loro funzionamento, fornire nuovi servizi ai cittadini e gestire i cambiamenti con maggiore efficacia ed efficienza. Tuttavia, non è sufficiente raccogliere i dati: l’elemento abilitante le potenzialità di una smart city è l’integrazione. Infatti, “un particolare valore aggiunto può essere creato quando i dati provenienti da diversi settori sono combinati, per capire e modellare le interdipendenze in un ambiente cittadino complesso, per esempio l’impatto della gestione del traffico sull’inquinamento atmosferico e acustico in una particolare strada o quartiere. L’integrazione dei dati, attraverso piattaforme di dati locali interoperabili, è un potente motore della trasformazione sistemica di una città” (cfr. progetto europeo “100 Climate-neutral Cities by 2030”). Dopo aver individuato le tipologie di dati necessarie per il progetto, è necessario individuare i partner strategici per raccogliere i dati e creare un ecosistema, ponendo attenzione agli elementi di data protection, al fine di garantire i più alti standard di protezione dei dati personali degli utenti-cittadini e proteggere il know-how dei soggetti coinvolti nel progetto e di data governance, per determinare le modalità di archiviazione e condivisione delle informazioni più adatte al progetto e ai soggetti coinvolti. A fondamento dell’impianto di condivisione dei dati, è necessario implementare un’infrastruttura tecnologica che possa gestire un gran quantitativo di dati e che consenta di configurare e riconfigurare facilmente modelli, query e così procedere alle fasi di data analytics in modo più lineare, quale la costituzione di un cosiddetto data lake.