La tecnologia necessaria per realizzare la smart city mette a disposizione una enorme quantità di dati che possono essere utilizzati anche per rendere più sicure le nostre città contro aggressioni e violenze e quindi migliorare la qualità della vita.
Lo use case “Women Safety” ha l’obiettivo di riconoscere automaticamente situazioni di pericolo elaborando in real-time immagini prese da telecamere installate sul territorio e dati da dispositivi IoT indossabili in grado di lanciare un allarme e localizzare il luogo dell’aggressione imminente. Così il sistema entra in modalità di analisi dei dati per verificare la situazione e allertare le autorità di pronto intervento. Nel frattempo le immagini e altri dati sono archiviati come prove. Inoltre è possibile attivare azioni deterrenti come generazione di suoni o segnali luminosi. Trattandosi di dati sensibili, la privacy è un elemento fondamentale.
La soluzione tecnologica usa le videocamere e altri dispositivi IoT dell’infrastruttura della smart city e la rete di comunicazione 4G/5G, wifi. La prima sfida tecnologica è la realizzazione di un sistema di computazione all’edge della rete (Edge Micro Data Center) per poter elaborare in tempo reale le immagini coordinando le risorse edge e cloud. La seconda sfida è la realizzazione di algoritmi AI per il riconoscimento delle situazioni di pericolo. Queste sfide sono state superate grazie al lavoro di ricerca nei progetti finanziati BRAINE e SCC Innovation Hub Lombardia.
Questa soluzione tecnologica può essere estesa ad altri casi d’uso, a partire dalle situazioni di fragilità, per migliorare la qualità di vita delle città. La soluzione è stata dimostrata in laboratorio, simulando una porzione di ambiente urbano. Una componente fondamentale per il successo di questa iniziativa sarà il coinvolgimento delle amministrazioni locali perché il tema della sicurezza richiede una risposta di sistema dove la tecnologia, pur importante e abilitante, è solo uno degli elementi.