Specifiche Smart City Platform
Le Specifiche SCP sono state organizzate e suddivise nei differenti livelli di interoperabilità individuati dal modello di riferimento.
Inizialmente ci si è focalizzati sugli aspetti dei livelli Informazione e Semantico: è stata infatti individuata la necessità di un modello e un formato comune dei dati, in modo tale che possa essere abilitata la comunicazione con un linguaggio condiviso.
Per rispondere a questa esigenza, le Specifiche definiscono gli Urban Key Application Indicator (UKAI). La necessità di questi indicatori nasce dall’osservazione che i Key Performance Indicator (KPI), indici di misurazione delle prestazioni, sono risultati inadatti a descrivere contesti specifici (come il distretto, la strada, l’edificio) e quindi limitati come linguaggio di comunicazione. Per tale ragione si è definito il concetto di UKAI, quali dati (a diversi livelli di aggregazione) in grado di dare un’informazione completa relativa alla città da un punto di vista energetico, sociale o logistico.
Per quello che riguarda il livello Semantico, è stato avviato un lavoro di definizione di una ontologia che permetta una descrizione univoca dei concetti che verranno richiamati sia dagli UKAI che dai componenti dell’architettura SCP stessa.
Insieme alle Specifiche sono state definite delle Linee Guida per descrivere l’adesione da parte di una Piattaforma ICT, sia che essa si proponga come piattaforma locale verticale, sia come piattaforma di integrazione orizzontale per la Smart City.
Obiettivi
Grazie alle Linee Guida le municipalità possono vincolare i gestori a rispettare le Specifiche pubbliche della Smart City Platform: se le Specifiche affrontano il problema nell'ottica degli specialisti dell'ICT, le Linee Guida traducono questi concetti in termini più comprensibili a un amministratore locale, definendo un modello di documento che possa essere inserito anche in un bando di gara per l'affidamento di un servizio per la Smart City.
Elementi di innovazione
L'elemento d’innovazione è nella visione di sistema; finora, infatti, le iniziative esistenti hanno guardato ai singoli aspetti del problema dell'Interoperabilità (per esempio, i protocolli di comunicazione o la sintassi di scambio dati,...); inoltre le piattaforme software esistenti si presentano come prodotti finali legati al produttore. Avere a disposizione delle specifiche condivise permetterebbe ai fornitori software di sviluppare soluzioni in grado di interoperare con le altre e, al tempo stesso, alle Amministrazioni di non vincolarsi a un unico fornitore. Inoltre, data la partecipazione di ENEA in attività (per es. IES-City) che coinvolgono enti di standardizzazione come NIST, ETSI ma anche altri parti interessate, la direzione in cui si vuole andare è quello della definizione di standard aperti, condivisi con i maggiori stakeholder.
Stato di implementazione
È stato sviluppato il prototipo
Partners
DISI - Università di Bologna