Cina-Italia, la cooperazione non si ferma

Città della Scienza intervista il nostro segretario Laura Morgagni

Quali sono le principali collaborazioni che il Cluster Smart Communities Tech ha intrapreso con interlocutori cinesi?

Il Cluster continua il contatto con i partners cinesi, scambiando informazioni e news sull’attuale situazione in entrambi i Paesi e su cosa stanno facendo le aziende e gli enti istituzionali per supportare l’emergenza.
In particolare, il Cluster ha siglato un accordo di collaborazione con il Beijing Zhongguancun Haidian Pioneer Park, in seguito all’incontro avvenuto lo scorso novembre a Pechino durante la Settimana Cina-Italia della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione. Una delle aziende insediate al parco, Infervision, ha sviluppato una soluzione di intelligenza artificiale che permette una diagnosi precoce e il monitoraggio di polmoniti da Covid-19 usata a Wuhan e anche a Roma. Invece, con Invest Hong Kong, altro partner del Cluster, si sta sviluppando un percorso di informazione e divulgazione nei confronti delle start up italiane su incentivi economici e programmi di incubazione a Hong Kong.

Quali sono i temi più rilevanti per la cooperazione italo-cinese nel vostro settore?

Attualmente, le tematiche principali sono lo scambio di buone pratiche e di potenziali soluzioni per supportare l’emergenza Covid-19, insieme alle possibilità di supportare lo sviluppo di proposte progettuali e di collaborazione tra i membri del Cluster e aziende ed enti cinesi.
Tra le diverse attività che il Cluster porta avanti c’è anche quella di mantenere i contatti con i partner cinesi, conoscere la loro situazione attuale, al fine di trovare potenziali opportunità per le aziende ed enti italiani per essere pronti a supportare nuovamente l’avvicinamento alla Cina, una volta che l’emergenza sarà contenuta.

Il 2020 celebra il 50° anniversario dei rapporti diplomatici tra Italia e Cina, come cambierà la cooperazione con la Cina dopo questa emergenza?

In generale, e nello specifico nell’ambito di riferimento del Cluster Smart Communities, riteniamo non ci sarà un cambio di direzione nella cooperazione bensì un’ulteriore intensificazione dei programmi di cooperazione scientifica e tecnologica tra l’Italia e la Cina, consci che entrambi i Paesi possano davvero beneficiare di un maggiore livello di ricerca, anche congiunta. Se la Cina può mettere a vantaggio della cooperazione la propria capacità di pianificazione di medio – lungo periodo e l’eccellenza in numerosi campi tecnologici (tra cui le telecomunicazioni, l’uso di sistemi di AI in molti settori come in quello della diagnostica avanzata, l’uso di droni in ambito sicurezza e mobilità), altrettanto si può dire possa fare l’Italia, in termini di pianificazione urbana e urbanistica, di attenzione allo sviluppo armonico delle comunità e dei servizi associati (mobilità intelligente e sostenibile in primis), di gestione innovativa di dati ed open data per il settore pubblico; con grande attenzione alla protezione dei dati dei privati, di gestione di edifici e di quartieri “zero energy